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A PIEDI NUDI IN EUROPA

 

Da sempre in Belgio risiede il cuore dell’Europa con il suo Parlamento ed è proprio per questo che quest’anno per la 16ª Biennale di Architettura si deciso di ospitare all’interno del Padiglione l’Europa intera con le sue idee; non ci si è fermati al solo padiglione perché la sensibilità a questo tema è visibile anche sulle facciate dei paglioni di Spagna e Olanda, che con il Belgio quest’anno hanno deciso di aprire una call aperta dove l’insegna luminosa “EUROPA” ha vinto sulle altre trasmettendo un messaggio che va oltre i pochi mesi in cui si tiene la Biennale di Architettura. Il messaggio che il Padiglione vuole trasmettere è chiaro: l’Europa è di tutti i Paesi che la compongono e le divisioni che oggi la caratterizzano un giorno risulteranno superflue.

Le regole nel padiglione sono semplici, anzi ce n’è una sola, togliersi le scarpe per poter accedere.

Stare con i piedi nudi a terra significa camminare all’interno senza distinzioni, tra me e la persona che mi è accanto, perché questo non è importante.

Una grande arena circolare di colore blu, che lascia spazio solo a pareti e soffitti bianchi, compone lo spazio; qui è possibile muoversi ovunque senza limiti, le uniche interruzioni vengono date da passaggi di varie altezze che spezzano la continuità dell’arena creando di fatto sette nicchie distinte che fanno capo ad uno spazio più grande che le contiene tutte. Ognuno è libero di fare ciò che vuole all’interno di ogni spazio, ci sono ragazzi che giocano al gioco dell’acchiapparella tra i gradoni dell’arena e due signore che si divertono ad attraversare i passaggi tra una nicchia e l’altra, partendo dalla più bassa fino ad arrivare a quella più alta, osservando come la percezione dello spazio cambia da un luogo all’altro.

I significati sono molteplici e vengono percepiti mano a mano che si attraversa l’arena. Nel punto più basso, come nel Parlamento Europeo c’è posto a sedere solo per 27 persone e da qui lo spazio sembra più chiuso e meno accessibile; dall’alto al contrario la situazione cambia, si è fuori, gli spazi sembrano infiniti e si ha l’impressione che dietro ogni angolo ci si possa trovare qualsiasi tipo di sorpresa; qui si possono sedere molte più persone e nei gradoni superiori ci sono altrettanti posti liberi che possono essere occupati da chiunque indistintamente.

Un luogo libero, accessibile a chiunque, dove c’è spazio per tutti coloro che hanno bisogno di una casa, in cui muoversi liberamente senza pregiudizi di nessun genere; è questo che il progetto Eurotopie vuole trasmettere ai suoi visitatori, ricordando che tutto questo è possibile.

 

Potrebbero esserci piccole difficoltà durante il percorso ma tutto può essere risolto per il raggiungimento dell’obbiettivo finale, far si che questa utopia venga portata a compimento, diventando di fatto una realtà che in parte stiamo già vivendo oggi.

Gradino dopo gradino, passo dopo passo, la meta è sempre più vicina, basta crederci. Qui si parla di identità, oggi forse dimenticata, ma comunque sempre viva, che deve essere rafforzata sempre di più cercando di non perdere mai di vista l’obiettivo perché il risultato sarà sorprendente.

Alla fine del mio giro mi ritrovo seduto qui, su uno di questi gradoni osservando le persone che passano e quelle che continuano a giocare e mi chiedo quanto manca per cominciare questa nuova avventura.

 

Luogo: Giardini dell’Arsenale, Venezia

Commissario: Fédération Wallonie-Bruxelles

Curatori: Traumnovelle & Roxane Le Grelle

Espositori: Traumnovelle & Roxane Le Grelle

                  in collaboration with Bruce Bégout, Philippe Braquenier, Sébastien Lacomblez, Dennis Pohl, Claire Trottignon & 6’56” (Jurgen Maelfeyt)

Lorenzo MORELLI –

 

Ingresso al Padiglione Belgio ©Lorenzo Morelli for WMMQ

Vista di una nicchia - Padiglione Belgio ©Lorenzo Morelli for WMMQ

Ragazzi che giocano al gioco dell'acchiapparella - Padiglione Belgio ©Lorenzo Morelli for WMMQ

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