Adesione al discesismo
Andando giù dritto, per misurare il proprio coraggio e, in alcuni casi, per mascherare un po’ di malagrazia nel prendere le curve, uno sciatore scende a tutta velocità.
Taglia l'aria piegandosi in due sugli sci. Sulla neve fresca passa come una freccia. Al fondo della discesa, infarinato di neve dalla testa ai piedi, torna in coda per andare di nuovo sù in cima. Lo sciatore ha lo sguardo ben piantato sulla pista, sogna di sfidare la natura.
Questa immagine, così lontana dalla Milano del Salone del Mobile, riaffiora nella mia mente solo oggi dopo qualche anno dalla lettura del libro di Carlo Mollino “Introduzione al discesismo” (Mediterranea,1950). Grazie alla riedizione di prodotti storici di grandi maestri che Zanotta ha deciso di riproporre per il 2018, mi trovo ad ammirare Fenis, la seduta del 1959 che Mollino ideò per la Facoltà di Architettura di Torino e che con le sue sinuose linee valdostane, mi ricorda quanto le parole del maestro, architetto eclettico ed esponente di un'eccentrica élite di protagonisti della vita artistica e culturale torinese, fossero in realtà una metafora di vita. L’arte di Mollino si affermò da subito. Certamente fu tra gli uomini più poliedrici del suo tempo. Architetto, designer, fotografo, aviatore, un uomo con un’infinita passione per lo sci e la montagna, non faticò a far sua la pratica di gestire più aspetti della sua personalità, anche per una predisposizione naturale visse la sua vita come un’opera d’arte. Tra la sua vita e le sue opere è difficile stabilire un confine, sempre in bilico tra genio e tecnica, molto spesso egli interpretò le esigenze della società del suo tempo. Il Teatro Regio di Torino fu il simbolo della grande ricostruzione in Italia nei primi decenni del secondo dopoguerra divenendo simbolo di una rigorosa professionalità progettuale e di peculiari capacità costruttive. Anche i suoi “giochi” non furono da meno, in occasione dei festeggiamenti del capodanno del 1964 costruì e donò per gli amici presenti dei piccoli “compagni per la notte”, dei draghi di cartone per la precisione. Dei veri e propri compagni da portarsi dietro nei viaggi surreali, quelli dei sogni. Il drago donato all’amica Carol Rama è stato recentemente riconosciuto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino come pezzo unico da collezione. La sua tecnica fotografica, sempre aggiornata e costantemente accessoriata con l’ultima tecnologia disponibile, fu lo strumento su cui esercitò il suo talento con entusiasmo e continuità. Il suo design fu sempre incline a valorizzare l’artigianalità dell’oggetto e l’originalità artistica.
Ha sperimentato nuove metodologie e materiali, come ad esempio il suo brevetto del compensato curvato a strati sovrapposti.
Forse il discesismo a cui fa riferimento Carlo Mollino non si riferisce solo a una tecnica o a una specialità sportiva legata agli sci. Credo che chi come lui cerchi di avviare una persona, in questo caso uno sciatore, a trovare se stesso imparando le tecniche, suggerendo modi per controllare, governare e al contempo creare lo stile di discesa, conoscere la meccanica dei movimenti, lo sforzo fisico, l’armonia dello stile, gli elementi di tecnica, l’equipaggiamento, le fluide traiettorie segnate sulla carta come sulla neve, sia un modo per riuscire ad accorciare le distanze tra due parti di sé, l’io e l’altro.
Trovare se stessi nel proprio lavoro e nella vita non necessariamente per avere successo ma piuttosto per arrivare in fondo alla pista con consapevolezza.
“Tutto è permesso” era il suo motto, “fatta salva la fantasia”.
– MAURA MANTELLI –
Sedia Fenis ©PH_MiroZagnoli
Carlo Mollino: Message from the Darkroom ©PH_Adarte
Sedia Fenis ©PH_Maura Mantelli for WMMQ
Sedia Fenis © Museo Casa Torino Mollino
Polaroid © Museo Casa Torino Mollino
Drago da passeggio su letto © Museo Casa Torino Mollino
Stanza da bagno © Museo Casa Torino Mollino