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Datament

- Caterina Bascelli -

La Biennale dell’Architettura 2023 apre le sue porte con il tema “The Laboratory of the Future”. La curatrice Lesley Lokko ha affermato: “l’Africa è il laboratorio del futuro. Siamo il continente più giovane del mondo, con un’età media pari alla metà di quella dell’Europa e degli Stati Uniti e di un decennio più giovani dell’Asia. Siamo il continente con il più alto tasso di urbanizzazione al mondo (…). Con tutti i discorsi sulla de-carbonizzazione è facile dimenticare che i corpi neri sono stati le prime unità di energia ad alimentare l’espansione imperiale europea che ha plasmato il mondo moderno. Equità razziale e giustizia climatica sono due facce della stessa medaglia. (…)” dice la Lokko. La sua esperienza da curatrice si trasforma in un’occasione per concretizzare una nuova società moderna inclusiva, giusta e con molte attenzioni nei riguardi del nostro pianeta. Il ruolo degli architetti che “storicamente, sono attori chiave nel tradurre le immagini in realtà” è quello di rendere concreta questa nuova società. La Lokkoo sostiene inoltre che La Biennale stessa è un laboratorio del futuro: “un tempo e uno spazio in cui si pongono interrogativi sulla rilevanza della disciplina per questo mondo (…)”. Da questa visione scaturisce il tema collaterale dello spazio inteso come luogo di sperimentazione, come nel caso di spazio liminale di Nerianduh, di catalizzatore di attività e di connessione tra persone, come nel caso del padiglione del Messico o l’installazione Sexy Assemblage dello studio The Danger and Seductionin Juxtaposing Difference that May Clash situato nell’Arsenale, ma anche spazio di tradizioni, come quello dello studio Sean Canty situato nel Padiglione centrale dei Giardini che dai ricordi della propria infanzia genera un posto nuovo al servizio della società, o ancora il caso di Kerè Architecture, che caratterizza lo spazio per abitare riportando alla luce le tecniche tradizionali dell’edilizia africana slegandosi dalla standardizzazione del modo moderno importato nel continente.

Datament. Dettagli del padiglione

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

Il padiglione della Polonia decide di affrontare il tema dello spazio in una sfaccettatura diversa utilizzando dei dati informatici come fattori di sviluppo per la progettazione di case e città, portando alla luce come questi e le tecnologie moderne influenzino il nostro quotidiano e persino i luoghi del nostro abitare.

 Quante volte condividiamo una foto su Instagram? Quante volte cerchiamo informazioni su internet? Per studiare, leggere notizie, acquistare vestiti. O quante volte vediamo un film sulle piattaforme streaming?

Siamo perennemente connessi e quindi produciamo perennemente dati. Negli ultimi anni è forte il dibattito sull’utilizzo e del computational design e della modellazione parametrica che sfruttano l’utilizzo degli algoritmi per cercare soluzioni progettuali. Gli autori del padiglione della Polonia nella 18ª edizione della Biennale dell’Architettura si sono domandati se le soluzioni generate da intelligenze artificiali tramite algoritmi siano delle soluzioni pronte e perfette.

La risposta la propone il loro “The Laboratory of the Future” intitolato Datament, un esempio che permette di aprire il dibattito sull’infallibilità dei dati e delle risposte generate da questi ultimi. Nel padiglione, infatti, è sottolineato come a partire da una serie infinita di dati e un algoritmo che li processa le soluzioni generate da quest’ ultimo non corrispondono alle situazioni reali e come quindi l’algoritmo definito ha generato una serie di errori che ha portato a visioni distorte della realtà. L’architettura è stata integrata con il maneggiamento dei dati statistici e con lo sviluppo di un algoritmo in grado di analizzare la forma, le dimensioni, le disposizioni interne delle abitazioni in diverse aree geografiche. Il processo delineato è un processo che procede per step e ad ognuno di questi momenti è stato specificato quale errore l’algoritmo ha generato.

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Datament. I quattro appartamenti riferita ai territori/Stati

Foto di©N Marco Santomauro per WOO

Nel primo step che prende il nome di QUESITO si ha una raccolta di dati pubblicati che descrivono 239 stati e territori. L’errore generato in questo primo momento dipende dalla veridicità dei dati utilizzati in base alla validità della fonte. Il secondo step è la SELEZIONE: i dati sono stati sfoltiti grazie all’utilizzo di nove indici scelti arbitrariamente. L’errore qui è proprio la scelta arbitraria degli indici. Con INDICE si ha l’uniformazione degli indici utilizzati e la classificazione dei territori. L’errore è la mancanza stessa di informazione persa durante il processo. La SCELTA: i territori classificati vengono divisi in quattro gruppi in base alla saturazione dei dati rilevati e per ogni gruppo è stato scelto uno Stato/territorio rappresentativo. Questi quattro Stati/territori sono la Polonia, Il Messico, Hong Kong e Malawi, scelti perché presentavano le informazioni necessarie per poter proseguire nel processo e non perché i più rappresentativi del gruppo. Nei CALCOLI vengono per l’appunto calcolate le superficie di quattro appartamenti ognuna riferita ai territori/Stati scelti e ai bisogni vitali. L’errore che è stato generato in questo step è che ogni appartamento ha seguito le norme edilizie vigenti in Polonia anche se teoricamente dovrebbero essere situati in altre nazioni del mondo. Si ha poi il 2D, dove viene definito il perimetro delle case e la dimensione delle stanze calcolate in base al loro lato corto. Infine, esse vengono posizionate ad incastro per rispettare le dimensioni del padiglione. In questo caso la forma delle stanze non rispecchia criteri di funzionalità. Si conclude con la realizzazione dei modelli 2d e 3d e la produzione del padiglione stesso. Tutto questo si traduce in quattro strutture incastrate tra di loro in scala 1:1 che rappresentano queste abitazioni, realizzate tutte in acciaio colorato in modo differente in base al territorio/Stato che rappresentano.

Il risultato, come è stato già anticipato, non corrisponde alle abitazioni esistenti in questi paesi e quindi è evidente che dall’elaborazione di dati potenzialmente corretti si produce comunque un visone distorta della realtà a causa degli sbagli generati durante il processo. Anna Barlik, Marcin Strzala e Jacek Sosnowski, curatori di questo padiglione, invitano infatti a riflettere proponendo una manifestazione fisica di dati che altrimenti faremmo fatica anche ad immaginare e a trovare modi differenti per utilizzarli come fonte di conoscenza.

La proposta di questo laboratorio del futuro è quella di mettere in luce come i dati e le tecnologie moderne possono essere un forte sostegno per l’architetto che pianifica le case e le città del futuro ma che la sua presenza è imprescindibile e non possiamo credere nella loro totale autonomia. La riflessione si può quindi spostare sul ruolo dell’architetto stesso. Come osserviamo dalla breve analisi degli step di questo processo, vengono a mancare molti aspetti intrinseci dell’architettura. La generazione di spazi sensati, vivibili e funzionali è uno di questi. Come abbiamo visto l’algoritmo crea le stanze esclusivamente in base a delle misure non tenendo conto di contesti, funzionalità e confort o di chi deve abitare quello spazio. L’architetto è “la macchina” che deve filtrare queste informazioni e che non può essere sostituita. Sono da ricordare anche gli aspetti emozionali e le tradizioni legati a luoghi e persone, un tema che non può non essere considerato in questa biennale. La domanda forse da porsi è se in un processo coì serrato come quello che ci ha mostrato il padiglione della Polonia c’è spazio anche per l’aspetto emozionale dell’architettura o se vale la pena ridurre il tutto ad un flusso di dati. Conciliare questi aspetti sarà anche uno dei compiti che spetta all’architetto del futuro?

WOOTeam nel padiglione Polonia

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

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