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L'architettura come design meteorologico

 

Passeggiare per Milano durante la Design Week significa farsi travolgere da eventi, inaugurazioni e mostre, come "The Effusivity Pool - the antropocene style" dell'architetto Philippe Rahm inaugurata la scorsa settimana all'Istituto Svizzero, piattaforma culturale sapientemente usata per promuovere lo scambio scientifico e artistico tra la Svizzera e l'Italia. 

L'architetto, conosciuto per la sua attenzione alla dimensione fisiologica e meteorologica dell'architettura, invita i visitatori a togliere le proprie scarpe, entrare nella 'piscina', e sfidare la materialità degli elementi. 

Di cosa è fatto realmente un muro? O un terreno? […] Quali sono i criteri per scegliere un materiale rispetto ad un altro?

A queste domande 'The Effusivity Pool' offre una risposta più ampia rispetto a una scelta puramente estetica: propone di sperimentare uno spazio interno i cui materiali sono scelti in base a valori fisici, termici e climatici, quali la riflettanza, l'emissività, l'effusività e la conduttività.

Come nasce questa idea?

"In un periodo dove i cambiamenti climatici o l'ecologia sono argomenti di punta e in continuo aggiornamento, penso che sia il momento giusto per occuparsi delle questioni energetiche e climatiche che stanno cambiando la nostra era." Senza rendercene conto consapevolmente, abbiamo assistito, dall'inizio della storia dell'architettura, a uno spostamento di interesse e priorità, un passaggio da vuoto, spazio e clima verso il solido, la struttura, essendo questi in realtà solo mezzi secondari per definire lo spazio interno.

E oggi, cosa è cambiato?

Se la struttura e gli elementi portanti non sono più la base espressiva di uno spazio, occorrono nuovi motivi per scegliere un materiale invece di un altro. È così che l'attenzione di Philippe Rahm si sposta verso quei componenti che rimangono invisibili, come il comportamento fisico e le proprietà termiche, aspetti che riguardano l'interazione tra lo spazio e l'uomo, senza essere necessariamente legati alla forma e a ciò che vediamo. "Il progetto nasce dalla convinzione che gli oggetti non abbiano confini precisi, ma vivano in strettissima connessione con noi. Ho scelto quattro materiali diversi per questa 'piscina': alluminio, pietra, legno e lana, e ne ho studiato la capacità intrinseca di effusività."

Come funziona?

Quando si è seduti o sdraiati nella 'Effusivity Pool', il corpo entra in contatto diretto con uno dei materiali e, a seconda della tipologia e del coefficiente di effusività, scambierà calore più o meno rapidamente con esso, sentendo il materiale freddo o caldo.

Toccando un materiale poco effusivo come la lana o il legno, la pelle cederà molto lentamente il suo calore all'ambiente, mantenendo la temperatura corporea alta e percependo una sensazione di calore.

Al contrario, toccando un materiale altamente effusivo come l'alluminio o la pietra, la pelle perderà molto rapidamente il suo calore, avvertendo una sensazione di freddo.

Le diverse caratteristiche termiche dei 4 materiali, quindi, offrono una varietà di zone di comfort da scegliere liberamente all'interno della piscina, creando una progressione dal più freddo al più caldo.

Perché ci sono delle luci sul soffitto?

L'installazione è completata dalla "fisica dei colori": una doppia linea luminosa magenta e celeste crea una partizione psicologica dello spazio che influenzerà la temperatura corporea mediante assorbimento di radiazioni. Nella zona magenta, il corpo assorbe più calore, mentre nella zona celeste il corpo rimane più freddo.

The Effusivity Pool rappresenta un'esperienza fisiologica, psicologica e biologica dove è l'uomo che sperimenta fisicamente i materiali di progetto. Come è possibile tutto questo? Togli le scarpe, entra nella "piscina effusiva"e senti il caldo e il freddo!

ERICA SCALCIONE –

 

PHOTO

The Effusivity Pool ©Erica Scalcione for WMMQ

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