Do ut Des !
by MAURA COSTANTINO
Gli Impressionisti ritraevano un paesaggio mutevole, a seconda delle ore del giorno o delle stagioni, mostrandolo non come qualcosa che fa da sfondo ai personaggi di un dipinto, ma come protagonista. La naturale bellezza del paesaggio è la migliore scenografia e questa è una verità lampante agli occhi dell’uomo ma, a volte, ignorata. La sensibilità di questi artisti ce l’ha rivelato riportando l’attenzione su quello che già c’era, come registi di uno spettacolo con la più spontanea delle scenografie.
Anche le grandi maison di moda hanno deciso di spostare le sfilate dai grandi padiglioni ai paesaggi naturali o costruiti che ci circondano; centri storici, distese verdi o viali di grandi metropoli.
Hermès sceglie Gibellina per hermes-silk prevista per Marzo 2020, un museo en plain air; Alessandro Michele per la Gucci Pre-fall 2019 sceglie le rovine dei templi di Selinunte; Jacquemus sceglie i campi di lavanda della Provenza per la collezione Primavera-Estate 2020 e campi di grano per la collezione Primavera-Estate 2021; Dior sceglie Lecce per la collezione Cruise 2021. Si scelgono luoghi da valorizzare, da riportare in vita e prendersene cura.
Dior insieme al collettivo di paesaggisti e botanici Coloco, nella sfilata prêt-à-porter Primavera-Estate 2020, sceglie la natura e crea un rapporto di coesistenza tra le specie. Viene pensata come un “giardino inclusivo”, una tessitura di diverse specie vegetali, con alberi provenienti da tutto il mondo, promuovendo “il giardino” come forma artistica ed esempio di inclusività urbana.
Emerge la volontà di lottare contro il cambiamento climatico, dimostrando che si può costruire del nuovo e preservare l’esistente al tempo stesso. Un'affascinante ambientazione in cui l’uomo non è che un elemento all’interno del sistema. In un gioco di luci e ombre si trasforma in un erbario vivente in movimento, grazie ai tessuti e ai materiali dei capi indossati, selezionati come varietà botaniche.
La tutela di questo equilibrio non è scontata e riguarda principalmente l’uomo, che ha il dovere di valorizzare e restituire ciò che gli è stato dato, come un prezioso dono da tutelare, poiché la ricchezza paesaggistica che ci circonda è il più prezioso capo da abitare.