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News from the Amazon Front

 

Immergersi in un mondo impenetrabile all’uomo, questo è il tema di “Our Amazon Frontline”, il progetto curato da Sandra Barclay e Jean Pierre Crousse per il Padiglione Perù durante la 15° Biennale di Architettura a Venezia. 

Il percorso all’interno del padiglione è segnato da un corridoio che come un grande vortice  ti assorbe passo dopo passo, fatto di pareti composte da ritratti fotografici di indigeni, che osservati accuratamente ti fanno immedesimare in loro immaginando di essere all’interno della foresta; ciò che si scopre è una cultura affascinante, totalmente opposta a quella in cui siamo abituati a vivere, dove il rapporto tra natura e uomo è strettamente connesso ma soprattutto dove l’uomo senza di essa non avrebbe ragione di essere. Continuando a scoprire questo Paese però ci si accorge che è afflitto da divisioni che gravano sui suoi equilibri. 

Occupato per il 61% dalla foresta pluviale amazzonica, il Perù vive al suo interno una profonda frattura data dalla divisione tra la zona della Amazon Frontline e il resto del Paese. Per primo bisogna tener conto che si tratta di tribù indigene che hanno poco a che fare con il resto della popolazione che vive in Perù.

Si conta che ad oggi migliaia di ragazzi indigeni sono costretti a frequentare scuole dove l’insegnamento proposto è offerto in una lingua diversa dalla loro, lo spagnolo. Bisogna in inoltre tener conto della situazione del territorio amazzonico dove è presente un altissimo livello di biodiversità ad oggi non ancora tutelata nel giusto modo. Il progetto del padiglione affronta proprio queste tematiche, quelle dell’integrazione e della tutela di questa porzione di Paese proponendo di valorizzare la multiculturalità e la biodiversità di queste zone ad oggi ancora impenetrabili a molti, cercando di costruire relazioni fra popoli con abitudini e culture diverse.  

Il progetto fa capo ad una proposta portata avanti e sponsorizzata dal Ministero dell’Educazione, chiamata “Plan Selva” dove il punto di partenza è il miglioramento del sistema scolastico e delle sue strutture, per favorire le opportunità di scambio e confronto ed è proprio qui entra in gioco l’architettura. 

Sono stati scelti 14 giovani architetti che hanno il compito di progettare o riprogettare centinaia di strutture scolastiche nelle zone più povere e isolate del Paese in cui anche le infrastrutture più basilari mancano.

La domanda da farsi è: “Può l’architettura essere il motore di una rigenerazione sociale e culturale?”

La risposta qui viene spontanea guardando come i progetti e i modelli di scuole sono stati pensati dagli architetti. Le strutture non sono semplici luoghi per l’istruzione ma bensì punti di riferimento per le comunità. Questi spazi verranno vissuti in modo tale da far diventare queste zone, ad oggi isolate, luoghi più penetrabili e aperti al resto del Paese, eliminando così ogni tipo di svantaggio che oggi si riscontra vivendo all’interno della foresta amazzonica.

LORENZO MORELLI –

 

News from the Amazon Front ©photo Lorenzo Morelli

News from the Amazon Front ©photo Lorenzo Morelli

News from the Amazon Front ©photo Lorenzo Morelli

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