Nord disputandum est
In questi ultimi tempi ho notato, studiando alcuni disegni dell'architettura contemporanea, che il simbolo del nord è sempre presente ma non incide assolutamente sulle decisioni del progetto, soprattutto per quanto riguarda le scelte legate all'utilizzo della luce naturale. Storicamente, nel progetto di architettura, il controllo della luce del sole è stato un aspetto sempre presente e mai trascurato, oggi, è quasi completamente dimenticato.L'attenzione che Francesco Venezia pone su questo tema mi ha portato a riflettere in modo particolare su due aspetti del progetto del piccolo padiglione realizzato in collaborazione con Ettore Spalletti per Arch and Art alla Triennale di Milano. Da una parte l'idea dell'architetto di staccare il "sacello" dal corpo principale così che la luce solare, battendo su una parete bianca per riflessione e irrori l’opera di luce diffusa. Dall'altra il gesto dell'artista di porre l'opera inclinata in modo da ricevere le molteplici riflessioni della luce esaltando la "lacrima", unica piccola luce dell'intero progetto. La luce ha qui un ruolo di protagonista. La forma, i materiali, i colori, tutti promuovono di un forte rapporto con la luce e i raggi luminosi che contribuiscono alla conformazione dello spazio e alla valorizzazione dell'opera d’arte. Francesco Venezia cattura ancor di più la mia attenzione quando, durante una sua lezione, cita Alvar Aalto raccontando delle difficoltà che incontrava operando in Finlandia, un luogo dove la luce naturale è disponibile per poche ore al giorno. Aalto studiando la direzione e la riflessione della luce ne faceva di essa un punto di forza. L'utilizzo della luce naturale non è qualcosa di ovvio! È l'architettura che si piega e si modella in sintonia con essa. Forse dovremmo imparare a progettare come se non esistesse la luce artificiale, perché mentre quest'ultima è invariante rispetto alle condizioni climatiche, al passaggio di una nuvola o al tramonto, la luce del sole è viva e ricca di sensazioni. È da qui che bisogna partire, dal guardare le architetture progettate in relazione alla luce naturale e iniziare a pensare a questo elemento come punto di forza, un’esigenza progettuale necessaria per ridare importanza a quel piccolo simbolo del nord -dimenticato- e creare così, un'affascinante conversazione tra spazio e fonte luminosa.
Erica Scalcione