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Paesaggi Effimeri

 

by ANDREA DI CINZIO

 

Il termine Land Art nasce alla fine degli anni 60 e indica una forma d’arte con la volontà di vivere e trasformare il paesaggio temporaneamente, attirando l’attenzione sull’elemento naturale, contrapponendosi alle tecniche tradizionali e al mercato artistico.

 

Christo e Jeanne-Claude, il duo più celebre della Land Art, tra il 1968 e il 1969 realizzano “Wrapped Coast”, un’installazione composta da teli bianchi che mascherano la scogliera di 2,4 km della Little Bay a Sydney per 10 settimane.

Lo stesso tipo di azione viene ripetuta una decina di anni dopo, tra il 1980-1983, a Miami con “Surrounded islands”. Questa volta, un tessuto galleggiante rosa lungo 600 metri circonda 11 isole della baia di Biscayne. Secondo il duo “Il luminoso colore rosa del tessuto lucido era in armonia con la vegetazione tropicale delle disabitate isole” creando così un paesaggio nuovo, dai colori pop nelle acque della baia americana.

 

Il desiderio di nascondere, avvolgere, mette di fatto in risalto l’oggetto stesso, che incuriosisce lo spettatore e lo induce a immaginarlo e desiderarlo.

Attraverso un paesaggio artificiale ed effimero l’opera di Christo e Jeanne-Claude riporta l’attenzione sulla natura che cambia e rischia di scomparire, cercando in qualche modo di difendere e congelare il paesaggio così come lo osserviamo nel momento stesso in cui lo viviamo. Il paesaggio è un organismo in costante mutamento. 

Il livello delle acque continua lentamente ad aumentare e porterà in un futuro prossimo alla scomparsa di alcuni paesaggi costieri. 

Anche la natura ha un suo tempo e le isole e le coste sono opere temporanee naturali di ineguagliabile bellezza nel nostro paesaggio.

 

Il duo di artisti statunitensi sembra farsi promotore di un messaggio di tutela e cura di ciò che può scomparire per sempre. Un invito a non dare mai per scontato l’ambiente in cui viviamo. 

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