Iniziativa d’assenza
L’assenza da cui il “Letteral’mente" parte, progetto promosso dall’architetto Antonio Alberto Clemente, è la scarsa confidenza con la lettura.
Nel 2014, si è tenuto il primo dei dodici incontri che si basano sulla correlazione tra città e letteratura, poiché sono stati gli scrittori i primi ad intuire i grandi fenomeni urbani. Le regole sono semplici: introduzione all’autore, lettura del testo e domande che travolgono il pubblico.
La peculiarità di “Letteral’mente: ” è dettata anche dal suo nome che spezzato da un apostrofo, combina due parole: la lettura e la mente. I due punti indicano la vera lettura, che acquista un diritto di residenza nella memoria diventando parte del pensiero e del ragionamento.
L’invito è quello di “rileggere” più volte i libri, in momenti diversi e con stati d’animo differenti. Alla nostra domanda «Quando un libro diventa evento?», il professore ha risposto: «Quando uno scrittore, come Erri De Luca, recita a memoria alcuni testi, suscita emozione!». Il 7 Maggio ad incorniciare il calendario culturale di “Letteral’mente:” è stato proprio il dibattito con Erri De Luca. La città entra nella “d’Annunzio”. L’aula era gremita di persone di diverse generazioni, etnie, religioni per discutere sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione, definiti non come “ondate che invadono” ma “flussi che irrorano”. Lo scrittore definisce l’immigrato di oggi, una “merce” pagata in anticipo senza l’obbligo di essere consegnata. Fin da piccoli ci insegnano che l’Italia è paragonabile ad uno stivale. Lo scrittore la vede diversamente; non uno stivale che prende a calci ma un braccio che si stacca dall’Europa e tende la mano aperta sul Mediterraneo, accogliendo una mescolanza di aspetti: dal cibo all’architettura, dal teatro all’astronomia. De Luca chiude così la sua lectio magistralis sulla vita e sul rispetto per l’essere umano, dal punto di vista fisico e morale, creando un excursus emotivo di rispetto, apertura e amore.
Ilaria Gargano
Fiorella Bussolotti