top of page

WHEN_MOviMENTI

: numerodue :
Fare Centro con l’Arte

 

Il tempo passa veloce e l’evoluzione non lascia più spazio a ciò che prima era al centro della vita cittadina, lasciando così i centri storici in una fase di degrado, incapaci di farsi centralità e attirare movimenti al proprio interno.

Il 7 Maggio 2014, con il coordinamento di Roberto Mascarucci, l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” ha accolto la manifestazione che vedeva al centro del dibattito il risanamento sociale e economico che la produzione artistica contemporanea può attivare nei centri storici marginali in Abruzzo.

Le relazioni tenute hanno visto la collaborazione da più parti, Claudio Varagnoli con “Arte come interpretazione del patrimonio storico”, Fabio Severino con “Gli outcomes dell’arte: occupazione e imprenditoria” e Angelo Mosca e Alberto Mugnaini con “L’artista nel sistema e il suo tempo”. Per costruire un discorso pluridisciplinare, si è intersecata la prima con la seconda fase, con quattro casi studio già realizzati nella regione quali: “l’Artista nel sistema e il suo tempo” a Castel di Ieri, “Progetto Cultura” a Castelbasso con la fondazione Menegaz, “l’Albergo Diffuso” a Santo Stefano di Sessanio della fondazione Sextantio e “Visioni” a Civitella del Tronto dell’associazione Naca Arte.

I contributi finali hanno esposto la ricerca artistica, e non solo, di alcuni personaggi quali Damiano Colacito con “La pittura su spazio dato”, Sergio Sarra con “Una o due cose che so sul paesaggio”, Angelo Sarleti con “La forma chiara dei numeri, la forma bella dei numeri”, Fausto Di Marco con “Azione, restauro e documentazione”, Massimiliano Scuderi con “Rigenerare attraverso la cultura”, Stefania Gruosso con “Produzione creativa per il rilancio dei residui urbani”, Stefano D’Avino con “Dialogo fra arte contemporanea e tradizione: il caso di Castelli” e infine Lucio Rosato con “Il vuoto necessario/autenticità e progetto”.

La collaborazioni di più parti, dal patrimonio storico all’arte, dall’occupazione all’imprenditoria, dimostrano come sia possibile un rilancio dell’economia con i materiali propri del territorio.

 

W02°N’EP”

Postcard To Happening

 

Duecento cartoline disposte come luci accese nello skyline della città diventano la quinta di Happening Architecture_la rivincita dell’umanesimo tenutosi lo scorso dieci maggio all’exMatta di Pescara. L’allestimento “City Over City” spazioMONO.04 , curato dall’arch. Marino la Torre, è il raccoglitore di una call for position indetta sui temi della crisi strutturale che stiamo vivendo e che necessariamente ci cambierà. A partecipare sono corrispondenti dall’Italia e dall’estero che attraverso immagini, testi e impressioni hanno dato il loro contributo. La voce di Edoardo Oliva apre la giornata, interpretando alcune cartoline di Renato Nicolini. La figura dell’architetto diventa centrale in un evento così ricco, ci si interroga sulla fine dell’egemonia degli specialisti – che ha dominato la cultura degli ultimi decenni – e la “rivincita degli esploratori indisciplinati” animati da una tensione umanistica. L’architettura come possibilità di esplorare i confini,  le frontiere della conoscenza e non semplice ponte tra i saperi. Ad intervenire sono il direttore di Domus Nicola Di Battista, Alfonso Giancotti direttore della casa dell’architettura di Roma, ricercatori da Venezia e da Genova. La discussione viene arricchita da una serie di interferenze, la performance Eau de vie di Matteo Pendenza e Giovanna Zampagni, Licia Galizia con In costruzione e con la Musica di Lilia Scandurra. Gli organizzatori, Chiara Rizzi e Alberto Ulisse chiudono l’evento ringraziando e invitandoci al prossimo Happening! “Crisi? Sì, grazie!”

 

W02°N’MM”

Opere in sotterraneo

 

Finalmente un seminario InGeo! Sicuramente l’aula d’università è risultata idonea per lo spessore tecnico-scientifico che ha proposto, ma una sala teatrale sarebbe certamente stata degna dello spettacolo offerto. Sì, proprio un bell’evento il seminario tenutosi a Pescara lo scorso 19 maggio sulle opere in sotterraneo in ambiente urbanizzato proposto dal professore Nicola Sciarra, docente di geotecnica, dalla collaboratrice Ylenia Mascarucci e condotto dal professore Alessandro Mandolini della Seconda Università degli Studi di Napoli. L’oratore, mi perdoni per l’affiancamento teatrale, noto e stimato ingegnere conosciuto a livello internazionale, ha condotto con passione e simpatia travolgente un’interessante lezione sulla risoluzione di alcune reali problematiche riscontate nelle opere in sotterraneo per la realizzazione delle nuove tratte della linea metropolitana di Napoli. Seguito da un aula gremita di gente, circa 150 tra studenti d’ingegneria e geologia, Mandolini ha tessuto una tela tra le due discipline, richiamando concetti di base dell’una e dell’altra area e mostrando alcune tra le più interessanti problematiche legate a tale progetto. Una tra le molte, è stata la realizzazione di tunnel per la linea metropolitana a 50 metri di profondità tramite tecniche e tecnologie all’avanguardia, ovvero, tramite il congelamento del terreno. Una tecnica che ha interessato moltissimo i partecipanti, anche per la mole e la complessità dell’intervento, regalando spunti di riflessione agli studenti presenti.  Successivamente il relatore ha fatto una riflessione sul progetto, sulla sua complessità e la differenza che si riscontra tra quello creato su carta e ciò che avviene nella realtà. A conclusione del seminario, i partecipanti hanno ringraziato il brillante professore partenopeo con un fragoroso applauso.

 

W02°N’MG”

Home Building Automation

 

Giunto o no, il tempo del tuttologo è al capolinea. La nuova frontiera, non solo nell’ambito delle costruzioni, è la condivisione e la specializzazione dei vari ambiti da cui si ramifica l’intero processo sia progettuale che costruttivo. Basti pensare al successo che sta avendo il BIM (Building Information Modelling), modello basato sulla condivisione delle informazione che mette in relazione una gran quantità di competenze su di un'unica piattaforma, o ancora il settore della Domotica, con l’automazione degli edifici e la gestione intelligente delle risorse. Potenzialità immense sicuramente, ma cosa ha portato a tutto questo? Andando a ritroso, si può capire come dietro a queste grandi evoluzioni,  tutto sia governato da elementi base. Ogni figura, in base alle proprie competenze, dà il suo apporto decisivo; l’ingegnere civile ad esempio, avendo nel suo bagaglio culturale, tra le altre, la statica, la meccanica e la dinamica, sarà colui che dovrà risolvere tali problematiche.

In tale senso si è svolto, nei primi giorni di maggio, il seminario sulla domotica organizzato dal dipartimento InGeo e dall’associazione ESAP. L’incontro, nello specifico, ha trattato gli aspetti tecnologici e normativi dell’Home Building Automation. Il relatore, l’Ing. Bruno De Nisco, utilizzando simpatici ed utili analogismi, ha appunto spiegato come, anche nella parte elettronica della domotica, ci sia la necessità di mettere in “rete” tutti i sistemi tramite dei protocolli, ovvero linguaggi attraverso i quali i sistemi riescono a comunicare fra loro. Esattamente ciò che deve avvenire tra le figure coinvolte in un progetto, l’architetto, l’ingegnere, il committente, l’impiantista ecc. devono instaurare una forte interrelazione giungendo assieme all’obiettivo. 

 

W02°N’MG”

bottom of page