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Il groviglio

 

by CHIARA TUTTOLANI

 

/bel-léz-za/

 

“Qualità di ciò che è bello; il valore estetico delle cose, cioè la perfezione degli aspetti sensibili che suscita ammirazione o diletto. Vista o udita produce nell’animo un sentimento.”

(dal dizionario Garzanti della lingua italiana)

 

È la definizione di una parola sussurrata ogni giorno, tramandata nel tempo. Sai cos’è, la conosci e la cerchi. È nascosta in un intreccio ordinato di strade e intenti. Nasce così la bellezza. Nasce dai limiti, sempre. La incontri nell’andare oltre a “cercar guai”, per riflettere, per pensare. Nasce da incidenti e opportunità che all’inizio non apprezziamo, ma che ci permettono di costruire architetture invisibili, per citare Calvino. Allora il bello, come la città, si anima con lo sguardo, il cuore e i passi di chi la vive e di chi la sogna diversa ogni giorno, pur serbandone intatta la sua essenza più profonda, la sua storia, il suo valore. È poi nei percorsi più severi, burrascosi e folli, nel caos e nella trama cucita di corpi e idee quotidiane.

“Mi chiedo, Cosa vuol dire cucire? Un ago entra ed esce da qualcosa lasciandosi dietro un filo, segno del suo cammino che unisce luoghi ed intenzioni. Le cose unite restano integralmente quelle che erano, solo attraversate da un filo.”

(Maria Lai)

Maria Lai parla di attraversamenti, oltrepassare la materia e imparare ad apprezzarla nella condizione primordiale e poi mutata. Disegna un filo dell’esistere. Un’arte in un piccolo spazio che, alla fine, sconvolge uno spazio immenso. I suoi fili, i suoi intrecci infiniti tendono a uscire dai confini delle tavole, quasi a ridisegnarne altri per diventare nuovi suoni di una musica cosmica.

Sono libri senza parole, fili tessuti, ma fili con una voce gentile e silenziosa. Allora nell’impossibilità del groviglio si tramanda un canto chiuso nel tentativo di decifrarlo per trarne il significato; che non si deve interpretare, ma si deve sognare per non escludere i sensi molteplici che porta con sé. I fili delle Cose tengono stretta la bellezza. Sono timidi, non enunciano. Invece suggeriscono, evocano, bisbigliano.

Immaginare e vivere l’impossibile.

L’anima è piena di stelle cadenti.

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